Non provateci

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Poche ore fa un piccolo imprenditore perugino ha ucciso due impiegate della Regione Umbria e poi si è ucciso. Era entrato urlando “mi avete rovinato”. Gli era infatti stato tolto l’accreditamento per la sua impresa di formazione e conseguentemente si è visto negare un finanziamento di circa 160mila euro che era già stato approvato.Non ce l’ha fatta. Per lui, in questa situazione di crisi, quella cifra relativamente bassa significava “essere finito”.

Subito sono spuntate le voci sul fatto che avesse “problemi psichici”. Ebbene, non provateci. L’ha detto bene il sindaco di Perugia: il duplice omicidio seguito da suicidio “è frutto di un clima sociale insostenibile”.

Nessuna follia. ‘Solo’ disperazione.

Le politiche portate avanti in  questi anni, non solo non hanno dato aiuti per uscire da uno stato di recessione, ma anzi hanno aggravato la situazione di tante e tanti, sia lavoratrici/lavoratori che piccoli/medi imprenditori. Smantellare lo stato sociale, non intervenire sulla stupida burocrazia, non sbloccare la possibilità di investire degli enti locali (impedendo spesso il pagamento di servizi già ricevuti), hanno reso insostenibile affrontare anche una sospensione di un finanziamento promesso come nel caso di Perugia.
L’ultima campagna elettorale ha visto affrontare il tema della crisi solo in modo sloganistico, ideologico da chi difendeva a prescindere le politiche dell’Europa, della Bce, dei mercati. Usare parole come ‘difesa dello stato sociale’ ti faceva bollare come retrogrado.
Ebbene, signori, questa è la vostra barbarie, generata dalle vostre politiche liberiste e fredde.

Ora sarebbe il caso che la politica istituzionale, quella di chi oggi (anzi, da domani) siederà in Parlamento, iniziasse seriamente ad occuparsi delle misure sociali, vera urgenza per il Paese.
E se vi divertite di più a raccontarvela su banda larga o su una legge sui partiti mi sa tanto che è meglio andiate a farlo a casina vostra!

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